LA STORIA DI PURUNA

 
Nel 2000, ero per la seconda volta A Katmandu per seguire gli insegnamenti d'Arte Sacra in un Monastero Tibetano. Una volta mi è stato chiesto da un ospite di accompagnarlo a fare degli acquisti.  Per la strada ho visto una donna locale che distribuiva dei "volantini", ho "visto" anche, senza leggere, che cosa c'era scritto: era una presentazione di un piccolo progetto di protezione delle bambine raccolte dalla strada dove in condizione di schiavitù mendicavano.

Così avviene  l'incontro fra Puruna e la nostra collaboratrice Isia Marcelletti (la prima a destra)

Continua Isia:

   Non è comune  che i nativi di questi luoghi si attivino in modo spontaneo per una qualsiasi azione sociale.
  
Ho deciso allora di verificare ciò che avevo incontrato per caso e ho  chiesto di poterlo fare. Ho visionato i documenti d'iscrizione ed ho riscontrato che era iscritta ufficialmente come una organizazione non lucrativa. Ho trovato 12 bambine in un appartamento.
   Nessuna delle bambine andava a scuola.Tra di loro una, malata in fin di vita.
   Per fortuna, tre settimane prima, il Monastero dove c'e la mia scuola aveva inaugurato una Clinica -fatta con i soldi delle donazioni dall'estero- che cura gratuitamente i residenti poveri. Questo come regalo, per esprimere la gratitudine dei profughi Tibetani accolti dal governo e dalla popolazione del Nepal.
   La Clinica opera con tre tipi di terapie: quella occidentale, quella  omeopatica, e quella tibetana.

   I medici sono del posto o  volontari temporanei occidentali. La mensa per lo staff serve il cibo rigorosamente vegetariano essendo una struttura derivante dal Monastero Buddhista.
   Abbiamo portato la bambina morente, in condizioni pietose, in questa Clinica, ed è stata salvata.
   Questo è stato l'inizio del rapporto di Puruna con la Sheschen Clinique di Baudhanath.

   Io ho affidato questo progetto allo staff della Clinica, per avere cure e anche per controllo continuo da parte dei residenti. 

Nel 2000, ho posto la situazione sotto "osservazione". Ho scritto due punti da realizzare che erano:
mandare tutte a scuola e affidarle  per le cure alla Clinica.
Si voleva controllare le pagelle e i libretti sanitari.
   Nel 2001, quando sono ritornata, e ho visto che le mie indicazioni sono state seguite, ho ritenuto che Progetto Persona potesse cercare di patrocinare Puruna.

Dopo due anni, nel 2002, il loro rapporto si è consolidato.

   I responsabili della clinica  pensano  che il progetto di Puruna sia una cosa concreta. Le bambine sono seguite per i periodici controlli e curate quando è necessario; questo avviene regolarmente.
   Gli impiegati stessi aiutano Puruna nel disbrigo delle pratiche burocratiche e girano varie donazioni (giocattoli, coperte ecc) a Puruna per le sue bambine.
      Prima del nostro arrivo Puruna faceva quel che poteva: insegnava lei, cucinava il riso donato dall'Esercito, vestiva le bambine con gli abiti donati.

   Puruna vorrebbe una casa tutta sua, ma noi le abbiamo spiegato che non ne abbiamo la forza economica. Siamo sempre ai livelli di sussistenza.
   Le bambine saranno istruite il più possibile con il fine di farle operare da adulte nella promozione sociale.

   Molto dipenderà da voi

 

la residenza di Puruna

la distribuzione del cibo agli uccelli - manifestazione buddista di rispetto della vita